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 Nicola Migliorati

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      ..."Le guerre fanno salire le Borse"... (cit.)

      Verifichiamo un luogo comune

       

      Da sempre ho sentito questa frase, uno di quei luoghi comuni, cinici e speculativi, come solo gli slogan sulla finanza sanno essere.  Come se i mercati festeggiassero le bombe egli eserciti nelle strade. 

      Oggi con la Russia , che per rinverdire i fasti dell’orsosovietico cerca di riprendere il controllo , direttamente o indirettamente deiterritori che nei decenni scorsi ha lasciato, ho cercato riscontri a famoso slogan. 

      Vi condivido un solo grafico, che riprende l’andamento aggregatodei mercati azionari mondiali  inoccasione dei  principali conflitti degliultimi sessant’anni. Dal Vietnam, alla guerra nel Golfo, l’Afghanistan earrivando all’Iraq e alla crisi in Crimea.  

      In tutti i casi in coincidenza del conflitto o dell’invasione i mercati hanno uno spike ribassistanella conformazione grafica, che rientra altrettanto velocemente. A seguire, in un arco temporale di qualche mese , lo spike vieneriassorbito e il mercato torna al trend di fondo in essere.   

      Quindi , vado al luogo comune. Le guerre fanno salire leborse? 

      No, non direi.  Direimeglio che i mercati hanno una reazione immediata di vendita indistinta eincondizionata in occasione di conflitti, rapidamente però chi può investe alivelli più bassi approfittando delle valutazioni più convenienti . Nell’arco di un tempo relativamente breve ,dai 6 ai 12 mesi, l’effetto passa e il mercato torna valutare i titoli in base aifondamentali. A questa considerazione aggiungete che i mercati moderni hanno movimenti più rapidi repentini.  

      Conclusione:  

      Chi è investito osservi, ma senza panico.  

      Per chi invece non fosse investito il suggerimento è diincrementare la quota di azionario in portafoglio con decisone.  

      Si, forse la finanza è cinica e speculativa…. 

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